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"Nabucco" per festeggiare l'Unità d'Italia al teatro Giuditta Pasta

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Articolo in: - Spettacolo  

Saronno

Teatro Giuditta Pasta - Saronno 05/04/2011

"Nabucco" per festeggiare l'Unità d'Italia al teatro Giuditta Pasta Teatro Giuditta Pasta - Saronno

Uno spettacolo organizzato in collaborazione con il Comune e inserito negli appuntamenti per festeggiare i 150 anni dell'Unità d'Italia.
Il Nabucco in versione ridotta (75 minuti), pensato per bambini e neofiti del genere, un'occasione per avvicinarsi all'opera passando una serata con la propria famiglia.

 

NABUCCO,
C’ERA UNA VOLTA LA FIGLIA DI UN RE


C’era una volta la figlia di un re... si chiamava Abigaille. In realtà del Re Nabuccodonosor di Babilonia era solo la figlia adottiva. Aveva una sorella, Fenena, che non amava, anzi, odiava a morte... ma in realtà odiava tutti a morte... amici, nemici, amori.
Abigaille non sapeva amare: ci aveva provato una volta, con il giovane soldato Ismaele. Un ebreo che era a Babilonia come ambasciatore. Aveva provato ad amarlo... ma in realtà il suo era un amore possessivo, ossessivo, persecutorio, malato; non corrisposta, in accordo col padre, l’aveva fatto addirittura imprigionare.
Del carattere del padre adottivo aveva preso tutti i difetti: l’odio, la cupidigia, la sete di potere, l’ambizione sfrenata, la propensione alla violenza, ma in realtà dentro di lei qualcosa di buono c’era; solo che noi lo vedremo solamente alla fine o, per meglio dire, alla fine della fine.

Ma in realtà la nostra storia inizia proprio da qui, quando tutto è già successo, dal...

Prologo:
Luogo: un cimitero, provate a immaginare un cimitero, piccolo, molto buio, spaventoso.
Il grande musicista Giuseppe Verdi è triste perché la sua seconda opera è stata fischiata dagli spettatori e allora per consolarsi è venuto a far visita alle tombe della moglie Margherita e dei due figlioletti Virginia e Icilio, che lo hanno lasciato da poco. Mentre con dolore sta raccontando ai suoi cari di voler abbandonare la musica, ecco apparire un... fantasma. È lo spirito di Abigaille. Dopo aver vissuto una vita piena di odio, facendo del male alla sorella, al padre, all’uomo che amava, e a tutto un intero popolo, è arrivata persino a togliersi la vita. Lo spirito di Abigaille ha bisogno di trovare la serenità, perché altrimenti dovrà vagare in eterno senza pace, e per raggiungerla chiede a Verdi di mettere in scena la storia della sua vita, affinché la sua esperienza negativa sia per tutti un esempio da non seguire. Solo così potrà riposare finalmente in pace e riconciliarsi con la sua famiglia, con se stessa, col mondo.
Verdi, prima cerca di rifiutare, poi, incuriosito, accetta e si lascia affascinare e conquistare dalla storia che Abigaille gli racconta, ci racconta...

Parte Prima
Luogo: La Città di Gerusalemme, sotto l’assedio del crudele Re babilonese Nabucco.
Il popolo ebreo è rifugiato dentro il Tempio. Zaccaria, il sommo sacerdote del popolo ebreo, porta ai suoi fedeli la prova che Dio non li ha abbandonati: Fenena, la figlia del Re nemico è sua prigioniera e, come ostaggio, potrà essere il mezzo di scambio per fermare l’attacco del padre Nabucco.
Mentre Zaccaria cerca di rassicurare il suo popolo, arriva Ismaele, giovane guerriero ebreo, ad annunciare l’inarrestabile assalto di Nabucco. Il sommo sacerdote vuole vedere con i suoi occhi l’avanzata del nemico e quindi lascia Fenena nelle mani di Ismaele; senza sapere però che i due giovani si conoscono da tempo: da quando Ismaele, andato a Babilonia come ambasciatore, era stato preso prigioniero. Era nato allora tra i due un amore così forte da non temere il passo del tempo e la distanza.
Ismaele, non visto, cerca il modo di liberare la sua amata Fenena, ma viene bloccato da Abigaille, sorella di Fenena, che nel frattempo, è entrata con la forza nel tempio. Abigaille offre ad Ismaele la salvezza sua e del suo popolo in cambio del suo amore. Egli rifiuta; non vuole rinnegare il proprio amore per Fenena e non teme di morire per lei. Chiede però pietà per il suo popolo. In quell’istante, il Re Nabucco entra nel tempio. Zaccaria, che spaventato dall’avanzare di Nabucco e dei suoi era ritornato a rifugiarsi nel Tempio, minaccia di uccidere Fenena se Nabucco oserà profanare il luogo sacro degli ebrei.
Nel momento in cui il sommo sacerdote sta per colpire la ragazza, Ismaele riesce a liberarla. Nabucco, preso da un’immensa rabbia, ordina di saccheggiare e bruciare il Tempio; Abigaille giura di cancellare il popolo nemico dalla faccia della terra; Zaccaria ed il popolo ebreo maledicono Ismaele che li ha traditi.

Parte Seconda
Luogo: Babilonia.
Abigaille, rovistando tra i documenti di famiglia, trova uno scritto in cui legge di essere in realtà figlia di schiavi e quindi non la figlia primogenita del Re Nabucco. Questa scoperta avvelena irrimediabilmente il suo cuore.
Il Gran Sacerdote di Belo informa Abigaille che Fenena, a cui Nabucco ha affidato il trono prima di partire alla conquista della Giudea, sta liberando tutti gli ebrei prigionieri, e che, per questo, il popolo babilonese è in rivolta. Le confessa quindi di aver architettato un piano diabolico: ha sparso la voce della morte in battaglia di Nabucco, così che il popolo acclami lei come Regina.
Nel frattempo, Fenena, desiderosa più che mai di unire i due popoli e di estinguere per sempre le ostilità, decide di farsi esempio di convivenza, facendosi battezzare da Zaccaria nella religione ebraica. Approfittando della sua nuova condizione chiede agli ebrei di perdonare Ismaele che, salvandola, salvò in effetti una di loro.
Abigaille, che di nascosto ha assistito al battesimo, si scaglia su Fenena, pretendendo la corona. Sopraggiunge in quell’istante Nabucco e, nella sorpresa generale, riprende da sua figlia Fenena la corona e se la pone sul capo. Ordina ad entrambi i popoli di inchinarsi e di adorarlo come il solo e unico sovrano e dio. All’improvviso un fulmine mandato dal cielo lo colpisce e gli fa perdere la corona. Nabucco impazzisce e poi, stremato, sviene.
Abigaille, non si lascia sfuggire l’occasione: raccoglie velocemente la corona, se la mette sul capo e s’impossessa del trono.

Parte Terza
Nabucco rinviene e trova Abigaille sul trono; ancora stordito, non la riconosce. Abigaille, approfittando della debolezza e della confusione del padre, si dichiara custode temporanea del trono regale, e non contenta, consegna al deposto Re un atto terribile: la sentenza di morte di tutti gli ebrei. Ultimo atto del suo perfido disegno.
Nabucco è indeciso e non vuole assecondare la figlia, ma Abigaille lo provoca rivelandogli tutto l’odio che la divora aggiungendo che Fenena, essendosi convertita all’ebraismo, dovrà morire assieme agli altri ebrei.
Nabucco è affranto e in un ultimo disperato tentativo di convincere la figlia a desistere dai suoi crudeli intenti, le rivela le sue origini di schiava, e le ordina di risparmiare la sua unica vera figlia Fenena. Abigaille, nella sua perfida determinatezza e ferita a morte nell’orgoglio, svelta distrugge la prova della sua nascita e fa imprigionare Nabucco che implora perdono. Il vecchio Re, ormai ridotto all’ombra di ciò che era, è pronto a rinunciare al trono, e supplica invano Abigaille di risparmiare Fenena. Piegato dal dolore e vinto nell’animo, Nabucco si assopisce.
Intanto il popolo ebreo imprigionato in esilio e sul punto di essere annientato, ricorda con nostalgia la propria patria lontana.

Parte Quarta
Nabucco si risveglia confuso da un brutto sonno agitato e chiede il suo cavallo per andare in battaglia. Sente allora il grido di condanna a morte di Fenena e ricorda ciò che è appena accaduto; vuole correre a salvare la figlia, ma si rende conto di essere prigioniero. Chiede perdono al Dio degli ebrei per tanta tracotanza e promette di ricostruire il Tempio distrutto e di convertirsi. Ritrovando la lucidità e la forza di reagire, riesce a liberarsi e finalmente libera anche il popolo ebreo. Nel frattempo, Abigaille nel veder crollare il suo diabolico piano si è avvelenata e, agonizzante, giunge in scena. È aiutata e sorretta da Giuseppe Verdi. Chiede perdono a tutti per come ha vissuto e per il male che ha commesso, poi ringrazia Verdi per averla aiutata a trovare la pace dell’anima.
E così finisce la storia di Abigaille la figlia di un re... ma in realtà forse questo è solo un inizio...

 

 

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Teatro Giuditta Pasta
Giovedì 14 aprile - ore 20.30
As.Li.Co in:
NABUCCO, C'ERA UNA VOLTA LA FIGLIA DI UN RE
dramma lirico in quattro parti
musiche di Giuseppe Verdi
adattamento musicale di Alberto Cara
direttore Francesco Pasqualetti
regia, scene e costumi Silvia Collazuol
Orchestra 1813

Intero € 15,00
Adulto+bambino (meno di 14 anni) € 15,00
Tel. biglietteria: 02.96.70.21.27.

 

 

 

 

 

 

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